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13 Dicembre 2020
Pensi che il mio titolo sia esagerato. Ti sbagli.
Credimi, collega che scrive e aspira a diventare una grande romanziera: se rispetterai ognuno degli aspetti evidenziati, sei pronta per la grandezza.
Ci diamo la mano? No, aspetta. Prima devi leggere. Ci stringeremo la mano alla fine, quando saprai cosa conta per dare al tuo viaggio una meta reale e scintillante.
Non ho mica detto che è semplice spuntare l’intero elenco, vero?
Ora, una domanda è d’obbligo.
Chi sono io per dirti chi è un grande romanziere?
Be’, sono un romanziere, fatto che in questo articolo ha la sua importanza. Grande? Qualcuno lo pensava fino a quando non sparii dalla circolazione, quindici anni fa.
Sembra parli del protagonista di “Scoprendo Forrester”! Eppure no, ho pubblicato quattro romanzi prima di prendere la porta e non un solo, leggendario capolavoro – come racconta il film. Soprattutto, gli accademici mi detestavano.
Quindi non sono un “Forrester” – Forrester non esiste, comunque. Babbo Natale sì, invece.
Quali erano i miei pensieri al tempo? Cosa pensavo di me stesso? Ebbene, dapprima pensai di essere più grande di quello che ero, poi di essere meno. Mi son sempre giudicato male. Ecco.
Oggi sono qui per raccontarvi cosa mi portò per un periodo al vertice della narrativa di genere italiana, 15 anni fa, prima di lanciarmi volutamente dalla “vetta” per scoprire se potevo volare – sfracellandomi pochi secondi dopo sulle rocce sottostanti.
Ahi!
Insomma, per essere precisi, non sono più un romanziere. Tuttavia so cosa serve per poter ambire a risultati significativi, perché qui e ora conta il fatto che lo sia stato. Sta a te seguirmi o meno, e non mi offenderò se non lo farai.
Il mondo è pieno di scrittori che pensano che lo “show, don’t tell” sia ciò che serve per essere un grande romanziere. Io? Preferisco dirti la verità.
Eh, già. La verità non è così facile, collega.
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Ora, liberiamoci delle basi, perché non sono qui per parlarne. Lo fanno già in tanti ed è noioso.
Capiscimi, se non sei un lettore forte, non conosci bene la grammatica e la sintassi della tua lingua, hai poche nozioni delle tecniche narrative, beh… Torna a scuola. Studia.
Per essere un professionista hai bisogno di un “minimo” di preparazione.
Cosa c’è? Da dove viene tutta quella spazzatura nelle librerie? Guarda, non sono un editore. Contatta le case editrici e chiedi loro perché sono così miopi di questi tempi.
La risposta non te la posso dare io.
A ogni modo è sempre stato così e c’è anche un sacco di ottima scrittura là fuori. Dimentichiamo il lato oscuro e concentriamoci sulla sorella luminosa.
Torniamo a noi, se sei seriamente intenzionata a scrivere, dico, ovvero hai già spuntato l’intera lista di cui sopra e possiedi almeno tre anni di pratica costante – gentile da parte mia accettare un tempo così breve; oggi mi sento buono.
Diciamo che ci sei, sei lì… Eppure, nonostante tutto, non riesci a farti notare, figuriamoci a firmare un contratto con qualche grande editore.
Ehm! Ora, dovremmo discutere di quello che l’editoria tradizionale può fare per un autore oggigiorno, ma questo è materiale per un altro articolo: uno scrittore sa come non andare fuori tema.
“Corretto”, direbbe un mio amico francese.
Oggi tu e io siamo qui per discutere di ciò che serve per emergere dalla massa.
Cominciamo.
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Scrivi ciò che ami in modo diverso
Pensa ai tuoi romanzi preferiti. Sono ciò che ami. Non due o tre, per favore, considera la tua top ten – come detto, sei un lettore forte, giusto?
Ora, chiediti cosa ti è piaciuto di quei libri. Elenca tutto quello che hai amato. Fa un’analisi accurata, qualsiasi cosa ti viene in mente, e annota ogni aspetto in un punto a sé stante.
Rimescola i punti dei dieci romanzi e crea una gerarchia basata sul tuo indiscutibile gusto letterario per ognuno di loro, da ciò che hai amato di più a ciò che hai amato soltanto un po’.
Poi osserva le dieci liste ed elimina tutti i punti “soltanto un po'”. Infine unisci in un’unica lista i fatti che sono rimasti. Esatto: tutti.
Bene. Eccolo lì il tuo romanzo, quello che ti farà emergere dalla massa.
Scrivi un romanzo che ti permetta d’includere l’intera lista, nessun punto escluso. Cioè riscrivi le storie che ti sono piaciute, ma in modo diverso, perché il mix è tuo.
Sono completamente pazzo? Sì!
E no. Il processo che ho descritto è quello che applica un grande romanziere in modo inconsapevole.
Di solito un romanziere ha una maggiore consapevolezza di sé della media, ma è indubbio la ottenga lungo la strada. Accade così che i più presuntuosi finiscono per pensare di essere unici. Conosco il processo interiore, ahimè.
Nessuno di noi è però un alieno che proviene da un’altra galassia. Noi romanzieri siamo tutti il frutto degli autori passati e contemporanei che abbiamo letto – più una miriade di altre influenze.
Fa’ in modo di conoscere con precisione ciò che ami e ciò che non ti piace.
È importante.
Sii un fuorilegge per essere il miglior te stesso
Per ridurre la questione all’essenziale potremmo dire che la scrittura vera e propria è soltanto la stesura del testo, così come lo è redigere un diario, se ci pensi bene.
Hai mai sentito parlare di qualcuno che ha revisionato il suo diario? Sarebbe assurdo, a meno che non avesse in mente di ricavarne un libro di memorie.
Il potere della scrittura sta nell’azione diretta, non nel masticare il suo risultato a più riprese – che è un po’ il contrario di ciò che gli esperti vanno dicendo. L’editing impone di pensare alle basi, serve ad applicare le competenze apprese e a mantenere l’attenzione del lettore.
Quello è il mestiere. E sicuramente conta, quando ti apri a un pubblico di lettori.
Eppure conta molto di più la materia prima che poi modellerai a sangue freddo. Nessuna creatura nasce adulta. Il bimbo letterario che partorirai ti permetterà di esprimere il meglio di te solamente se è figlia tua.
Non può essere un assemblaggio di altri bambini: sarebbe un mostro!
Un grande romanziere non si limita. Non conosce limiti, né regole. Scrive come un selvaggio, feroce e libero. Non ha paura. Non pensa al lettore, all’editore, a quello che penseranno gli altri…
Quei pensieri sono per i copywriter. Il loro mestiere è usare le parole con precisione chirurgica per ottenere l’effetto voluto fin dall’inizio – cosa complessa. Agli occhi del romanziere, invece, tutto nasce dal caos.
Perché il caos è ciò che conta in letteratura.
Piega quelle dannate regole!
Usa il tuo ingegno, o rimani in carreggiata. Questa è la versione breve.
Ecco che arriva la lunga.
Le parti originali della tua narrazione costituiranno il meglio delle tue bozze. L’originalità è quella cosa che la lettrice non prevede mentre sta leggendo. Può essere il cosa, può essere il come. Può essere tutto e il contrario di tutto, ma ho una certezza: non distruggerla applicando alla lettera l’idiozia della “scrittura creativa”!
Un grande romanziere sa quando ha fatto bene e quando ha fatto male. E sa anche come piegare le regole.
Così, di fronte alla sua originalità, cioè alla sua “espressione più pura”, il romanziere sa come ordinare quel caos senza ridurne la potenza.
Le dà ordine rispettando il caos.
Che consiglio cristallino, vero? Già. Provo a chiarire.
Il caos è il romanziere. Durante la revisione, il modo corretto per non distruggere ciò che hai creato è pensare allo scenario peggiore nella gamma delle possibili reazioni del tuo lettore e mitigarne le proteste.
Attenzione, però, un romanziere non scrive per essere qualcun altro o per mediare. Tu scrivi per essere te stessa. Devi esprimere chi sei a tutti i costi. In nessun caso “mitigare” significa mettere in ombra sé stessi.
Tu. Vieni. Prima.
La tua prospettiva è ciò che conta in narrativa. Nessuna prospettiva, nessuna romanziera.
Inoltre, non essere timida. Sii coraggiosa, invece! O non otterrai molto, di certo meno rispetto a quello che potresti ottenere. Là fuori troppa scrittura è compiacente e non sarà ricordata da nessuno.
La tua pura e conseguente unicità è importante. Conservala.
Sfidati
Non scrivere cose che ti annoiano, mai.
Se ti fanno sbadigliare, il lettore sarà pronto a commettere un simbolico suicidio – o a scrivere una recensione epica di ciò che hai osato rifilarle. Oh, collega, te lo ricorderai!
È impertinente e deludente quando un romanziere cerca di ingannarti. I lettori sono persone sensibili. Ti danno non solo denaro, ma anche il loro tempo, e un romanzo è un sacco di tempo.
Fatti un favore e trattali bene.
Tu: “Sì, ma ho bisogno di quel passaggio, purtroppo…“
Io: “No, non è vero. Taglialo“.
Tu: “Sì che lo è!”
Io: “Niente è obbligatorio in una storia”.
Tu: “Ma tagliarlo significa che devo ripensare l’intero libro!“
Io: “Da quand’è che non sei capace di pensare?”
Mettiti alla prova a partire dall’idea che decidi di esplodere nel tuo prossimo romanzo. Non scartare nulla in base alla difficoltà. Non scegliere ciò che non ti eccita per comodità. Eccitato? Beh, sì, dovresti essere fuori di te dall’eccitazione!
Devi sentire la tua idea come un innamorato: incapace di non pensarci.
Mettiti alla prova in ogni piccola cosa che fai durante la stesura, la revisione e la rilettura. Sublima tutte le fasi del processo.
Immagina un romanzo che contenga solo le tue idee più brillanti. Immagina una narrazione piena d’arguzia, ricca d’espedienti, giochi di parole e invenzioni.
Gioca con i lettori, guidali in un viaggio che non dimenticheranno mai! Falli ridere, spaventali, falli piangere. Devono viverla, quella storia, non leggerla.
Metti sotto pressione la tua creatività. Sfidala. Solo così otterrai qualcosa di decente.
Punta alla miglior qualità di cui sei capace al momento
La qualità non deriva da una revisione infinita. Più sei bravo, meno passaggi ti servono, vero. Tuttavia per chiunque arriva il momento in cui un nuovo passaggio non aggiunge nulla di significativo.
Le correzioni senza fine spettano agli scrittori insicuri. Bisogna avere coraggio per essere un grande romanziere – ne parlo più avanti.
Fa’ del tuo meglio, ma rispetta una deadline – ovvero una scadenza. Una volta raggiunta quella prestabilita, non superarla di più di un mese. Punto e a capo. Passa all’idea successiva.
A ogni modo un grande romanziere non è il Forrester del film. Quello è un personaggio. Un grande romanziere scrive più di un romanzo perché la prolificità è uno dei segni della grandezza – anche se non sempre.
Non ne sei convinta? Dimmi chi ha scritto un solo capolavoro ed è scomparso – senza morire, intendo. Esistono casi? Sicuramente esisteranno. Quanti sono? Esatto.
Ricordati, il tuo prossimo romanzo sarà migliore. Non impazzire su questo. Assapora la bellezza dell’imperfezione. Hai dato tutto a quella creatura, collega. Ora è il momento di creare di nuovo da zero.
Questo è ciò che fanno gli artisti: prosperano nel creare, mentre i sognatori pensano a un modo per avere successo, essere famosi e ricchi.
Ora, non essere tronfia nel considerarti un’artista. Non si finisce mai d’imparare. Goditi le conquiste, ma sii umile.
Il blocco dello scrittore non esiste
I grandi romanzieri non si bloccano. Falliscono, analizzano e tirano dritto.
- Fa’ del tuo meglio.
Impara a giudicare a mente lucida i tuoi sforzi. Il tuo meglio oggi può migliorare domani. Accetta a che punto del tuo viaggio ti trovi, altrimenti significa che ti sei persa.
- Esprimi il tuo attuale potenziale.
Poi lascialo andare e passa a qualcosa di nuovo. Oppure rimarrai bloccata e ti ossessionerai, e questo è il pericolo maggiore per gli aspiranti romanzieri.
Sii coraggioso e folle
Il punto è che devi vivere la scrittura come se fossi nato per scrivere.
- Gioca con le parole, perché le parole sono tue amiche.
- Di conseguenza non prenderti troppo sul serio.
- Prendi appunti ovunque.
- Ogni tanto visualizza il tuo futuro luminoso.
- Comportati come se fossi già una scrittrice professionista.
Credici!
È necessario che ti immedesimi nella parte per ottenere lo stesso effetto di un attore che dà il meglio di sé in un provino.
Credici! Credici! Credici!
Se lo fai, funziona.
Funzionò per me, che non ero in grado di scrivere una frase precisa e tagliente quando iniziai. Appresi grammatica e sintassi scrivendo, e in seguito a raccontare. Poi ottenni una voce, uno stile e conquistai i miei Mondi immaginari.
Ora non ho più limiti. Mi limito quando sono abbastanza stupido da farlo. Nessun altro può limitarmi.
È anche per questo che l’occasionale lettore “show, don’t tell” non riesce a parlare con me: le regole non mi ingabbiano. Chi ama e segue le regole è perché ha paura di perdere il controllo. Come se la scrittura servisse a tenere tutto sotto controllo, quando la verità emerge nell’abbandono.
Cogli l’occasione
Nessun ripensamento.
Ti confesso che una cosa m’è sempre sembrata incredibile. Quando si presenta l’occasione, molti aspiranti autori temono l’opportunità stessa. Hanno paura di parlare con l’editore, con l’editor… Sarà la scelta giusta? Non è meglio aspettare un editore più importante? Sono vestito correttamente? Che hanno i miei capelli!
Non farlo.
Sei degna della loro attenzione. L’editore e l’editor ti vogliono. Quindi sii te stessa e non dubitare di essere pronta. Non giocare al ribasso, non svilirti. Evita soltanto di vantarti ed essere arrogante.
Ascolta con umiltà e di’ quello che hai da dire a voce alta.
In questo modo le tue idee brilleranno. E così i loro occhi.
Ricorda che solo parlando con loro con la mente sgombra da preoccupazioni e angosce puoi giudicare se l’accordo ti conviene o meno.
Molte volte non conviene, infatti.
Dipaniamo le nebbie—Conclusione
Una stretta di mano? Te l’ho già allungata. I miei contenuti, qui, vengono dal profondo del mio cuore.
Ora sta a te stringermela.
Ho attraversato quanto sopra detto più e più volte, sbagliandomi spesso per poi correggere la mia direzione. Non sarei mai così sfrontato senza essere onesto.
Un romanziere pensa a ogni singolo aspetto della vita dello scrittore. Non si può pensare sia tutto e soltanto scrittura. Questo è il mio messaggio.
La storia non è tutto. È il risultato di chi sei, del perché lo stai facendo, e con quale atteggiamento lo stai vivendo. I romanzieri sono romanzieri anche quando non scrivono, se non soprattutto.
Quando ascoltano. Quando osservano. Quando intravedono e si avvicinano per capire. Quando si fissano su un dettaglio. Quando cercano una verità sconosciuta in giro per il mondo.
Infine, perché quello è il fine, quando raggiungono la verità in sé stessi.
Un romanziere è il più selvaggio degli scrittori. Per essere un grande romanziere devi elevare il tuo spirito al livello dei tuoi sogni più sfrenati, spingerti al limite fino alla fine del viaggio, sempre un po’ più in là.
Fuori si può essere tranquilli, è dentro che si deve ribollire per raccontare storie tanto quanto Romeo amava Giulietta. Un grande romanziere arde.
Soprattutto ride del mio articolo, lo stampa e lo brucia nel caminetto perché inutile. Ha già esperienza di tutto questo, l’ha vissuto. Banalità.
“So il fatto mio meglio di te, cretino”, mi dice.
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Se invece ci caschi, non sei ancora un grande romanziere, ma lo sarai.