Al capolinea

Cronache degli Assoluti, 1 — I tempi stanno cambiando

7 Giugno 2020

Questa volta il luogo dell’appuntamento era una roccia. Mezza conficcata nel suolo, guardava il panorama dalla cima di una collina. I raggi di luce creavano giochi d’ombra tutt’attorno con le fronde degli alberi.

Morte stava seduto sulla cima arrotondata della roccia, l’ampia cappa lo circondava con un fiore nero. No dovette attendere per più d’un minuto. Vita apparve al suo fianco vestita di bianco.

«E questo?» le chiese Morte, soffocando un risolino appena in tempo.

«Il bianco mi offre un po’ di purezza. Ne avevo bisogno», spiegò Vita, fissando il proprio sguardo sul lontano orizzonte.

«Non cambia nulla.»

«Cambia me. Il mio umore.»

«Se lo dici tu…» Morte si strinse nelle spalle. Poi lanciò una pietruzza in aria, una volta dopo l’altra. Era quasi completamente nera e avvolta da alcune striature bianche.

«È uno dei tuoi messaggi idioti?» gli chiese Vita, dopo aver osservato il piccolo oggetto. Morte le ghignò in risposta, sicché lei insistette: «Deduco che la pandemia t’intrattiene».

«Oh…» Morte mosse una mano nell’aria e gettò la pietruzza lontano. Poi continuò, la voce raschiata: «È soltanto una cosuccia in più, lo sai».

«Ho miliardi a cui badare», replicò Vita.

Morte notò il suo corpo irrigidirsi e le sorrise. «Significa che stai facendo un lavoro eccellente, giusto? Io devo soltanto prendermi cura di poche migliaia in più.»

«Che egoista…»

«Ho mai preteso di essere il buono?» chiese lui, continuando a sorridere.

«Smettila di sorridere!» Vita perse la calma.

Morte tornò serio. «Meglio?»

«Smettila d’incasinarmi!» urlò lei.

«D’accordo. Suppongo ci vedremo presto…» Morte si alzó in piedi.

«Fermo lì! Dove vorresti andare, ora?» Lei lo fissò con uno sguardo infuocato.

«Non mi diverte quando mi tratti come se fossi un mortale», replicò Morte con un tono tagliente. «Chi incasina chi?»

Trascorsero alcuni secondi di silenzio. Una lunga pausa tra i due, considerando il loro ritmo consueto. Un passero si posò su un ramo a pochi passi di distanza. Il fogliame cantava gentile. Si udì un gracchìo distante.

«Anzitutto potresti venire ai nostri incontri nell’istante, per favore?» Morte si ergeva alto di fronte a Vita, ora, a un passo dal tornare al lavoro. «A volte sei così sgradevole.»

«Ero occupata», rispose quella.

«Considerando che vai in giro dando consigli ai vivi, sei la peggiore bugiarda che abbia mai conosciuto, sorella», commentò Morte.

«No, quella è Menzogna», ribatté Vita.

Un momento ed entrambi risero a crepa pelle. Il passero si spaventò e volò via. Una brezza fredda scalava la collina dalla piana più in basso. Laggiù una cittadina era perlopiù silenziosa. Poche persone calcavano le sue strade, spaventate o arrabbiate.

«Imploro perdono, letale signore», Vita si scusò.

«Ho sempre trovato divertente che scherzi solo quando devi scusarti», commentò Morte.

«Ho sempre trovato divertente che non puoi evitare di scherzare», replicò lei. «Come mai?»

Morte si sedette di nuovo sulla roccia e abbasso il cappuccio. I lunghi capelli neri si mossero nell’aria fresca. «Io uccido, sorella. È quello che faccio. Senza umorismo sarebbe troppo da sopportare. Questo è pure il motivo per cui non m’arrabbio con te. Applico la stessa logica alla mia bella sorella: la vita è una cosa seria. Non ti sembra divertente?»

«Stavi per andartene e mi dici che non sei arrabbiato con me?» rispose Vita, gli occhi azzurri studiavano il volto dell’altro.

«So come calmarti.» Lui le sorrise. «Siamo qui fin dal Principio.»

«Mi spiace», disse lei. «Suppongo io sia stressata.»

«Non è un periodo facile per te.» Un corvo si posò sullo stesso ramo ove s’era posato il passero. Morte inclinò la testa. «Sembrano amare quest’albero.»

Craaak! gracchiò il corvo.

«Le correnti conducono lì. È il posto migliore per guardare all’intorno. Gli animali sono costantemente coscienti del flusso», spiegò lei.

«Curioso…»

Vita girò la testa, i suoi capelli rossi ondeggiavano nella brezza. «Cosa?»

«Non vedo alcuna differenza tra gli esseri viventi, quando li incontro», disse Morte. «Prima sono tutti terrorizzati, poi tutti accettano che è venuto il tempo. Questo è il succo di quanto vivo e non riesco a scorgere alcuna differenza.»

«Per questo gli esseri viventi ci considerando opposti, anche se siamo un tutt’uno», rispose lei. «Sono tutti differenti per me. Tutti unici.»

«Suppongo questa sia la ragione per cui soffri così tanto per ogni perdita», commentò Morte. «Dovrei dirti più spesso che mi dispiace.»

«Guarda che caos hanno fatto!» Vita scosse il capo. «Nostro padre ha detto che era solo questione di tempo.»

«Tipico suo», disse lui. «Riconduce tutto a sé stesso.»

«È abbastanza logico, non ti pare?»

«Sfortunatamente», commentò Morte. «Ha detto qualcosa a proposito di quanto durerà questa cosa?»

«È il motivo per cui volevo incontrarti, fratello», replicò Vita. «Ha chiamato i suoi Araldi per discutere le sfide imminenti.»

«Oh, questa è la parte che preferisco!» Morte sogghignò. «Discutono per un’oretta dei nostri anni di lavoro a venire.»

«Non scherzerei tanto se fossi in te», disse Vita.

«Perché?»

«Hai visto come le persone stanno gestendo la cosa?» gli chiese lei, con un’espressione vicina al dispiacere, anche se macchiata da un vago disprezzo.

«Il Grande Schema m’annoia», ammise lui. «Ho la Lista da lavorare, la lavoro. Punto. Sono più interessato al singolo che all’insieme.»

«Lo so.» Lei annuì. «Lasciami dire che le persone stanno facendo un tal caos che sospetto avrai molto lavoro nel prossimo futuro.»

«Quanto, esattamente?»

«Boris Johnson era solo una frazione dell’inizio», rispose lei.

Morte sorrise. «Ti sei presa cura di quell’idiozia dell’immunità di gregge. Ha capito qualcosa?»

«Vedremo…»

«Al momento sono abbastanza occupato in Gran Bretagna grazie alla sua arguzia», commentò Morte. «Sono un po’ arrabbiato con quel tizio.»

«Se solo sapesse…»

«Una battuta, sorella!» Morte rise. «Complimenti vivissimi!»

«Non era una battuta. Sono furiosa», replicò lei. «Se potessi liberarmi di certi palloni gonfiati, la mia vita sarebbe più facile.»

«Mi piacerebbe facilitarti il compito, ma sai che nostro padre non mi permette di modificare la Lista.» Strinse le labbra. «Posso visitare così poche persone che hanno ancora un po’ di futuro.»

«E se ti dicessi che forse questa volta c’è la possibilità di discutere la Lista?» gli chiese Vita, che ora aveva gli occhi verdi e i capelli biondi.

I pozzi tenebrosi di Morte la fissarono. «Sul serio?»

«I tempi stanno cambiando», rispose lei.

Morte congiunse le mani di scatto con uno schioccio e il corvo smise di muoversi. Pochi istanti e volò via emettendo alcuni gracchii che risuonarono nel bosco. «Sì!» Strinse un pugno e sollevò il braccio opposto, inarcando all’indietro la schiena. «Lasciami fare qualcosa di buono, padre!» Poi si ricompose e sogghignò un’altra volta.

«Non posso dire che sarei contenta», disse lei. «Ma se qualcuno deve morire, preferisco siano quelli che mi disprezzano e pensano di potermi ingannare.»

«C’è solo un problema.»

«Lo so.» Vita piegò il capo all’indietro e guardò i frammenti di cielo che poteva vedere attraverso le fronde. «Per questo non siamo i nostri genitori», continuò. «Non ho idea di come gestire la situazione, fratello. Credimi quando ti dico che questo caos è appena cominciato.»

«Per questo ti amo, sorella», commentò Morte.

“…”

“Sei l’unica capace di stroncare le mie stupide battute”, spiegò lui. “A volte sono noioso da morire.”

Le loro risate echeggiarono sulla cima della collina. Frattanto, la brezza cambiò in un vento.

· ◉ ·

Tempo stava contemplando la valle dalla cima del monte. I suoi stivali fluttuavano a un centimetro dalla coltre. Si stava riempiendo i polmoni, respirando l’aria gelata.

Vestita di sfumature verdi, alle sue spalle Natura gli parlò, accomodata su un pino mugo. «Quando ci incontreremo?»

«Ho chiamato i miei Araldi ieri», rispose lui. «Passato ha già risposto. Sta venendo. Presente è già venuto parecchie volte, sente che qualcosa di grosso sta accadendo. Sai quant’è sensibile. Quanto a Futuro, non ho idea di cosa significassero le sue parole. A volte è così criptica per me.»

«Domani», disse Natura.

«Sì.»

«Allora vieni qui, mio caro.» Natura lo invitò con un gesto gentile. «Rilassati e godiamoci una delle mie migliori creazioni.»

«Lo sai che la Terra sta soffrendo, e–»

«Possiamo rimandare le sgradevolezze a domani, per favore?» lo interruppe lei. «È un giorno soleggiato, l’aria è più pulita che mai e le mie amate creature sono finalmente libere di seguire il mio flusso. Non vuoi fluire con me per un po’?»

Tempo si girò e la guardò, silenzioso.

«Per favore.» Lei gli sorrise.

«Oh… Quel sorriso, tesoro», rispose lui. «Come desideri.»

 

Continua…

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