L’essenza restituita • 28
È di oggi la conferma che anche i diritti de “La Rocca dei Silenzi” sono in mano mia e che non esistono più (da tempo) diritti di prelazione sui miei testi. Sono libero e pronto a ripartire.
Affinché appaia il sottotitolo quando necessario.
È di oggi la conferma che anche i diritti de “La Rocca dei Silenzi” sono in mano mia e che non esistono più (da tempo) diritti di prelazione sui miei testi. Sono libero e pronto a ripartire.
Il modo più sensato di vivere è esprimersi fedelmente. Ricorda: niente e nessuno devierà il tuo corso, se non lo permetterai.
Mi mancano soltanto 120 pagine di rilettura ad alta voce per finire “Senzanome”. Ovvero sto per ultimare un progetto che cominciai ormai quindici anni fa. Non riesco a capire come mi sento, ma so qual è la mia direzione e cosa voglio fare.
La letteratura di genere ha il dovere di sondare ad ampio respiro e non dovrebbe appiattirsi sulle mode, ma scardinarle, cercare sempre nuove prospettive, costruttive, propositive, ed evitare sterili analisi di ciò che non va.
Sono uno scrittore. Il mio dovere è testimoniare. Ambisco a lasciare un’impronta indelebile nell’immaginario dei miei lettori. È la mia missione, il motivo profondo per cui scrivo. Ho un’essenza sfaccettata, infatti, quando racconto.
Questa sera riprendo i miei aggiornamenti: “Senzanome”, “s3nzanom3.com”, “Il giorno dopo”. Il mio futuro è qui, perché questa è casa mia!
Come diceva il compianto Ken Robinson: “Se non si è pronti a sbagliare, non si produrrà mai nulla di originale.”
Ha senso star lì a scrivere tanto? di continuo? con quella sensazione addosso che sembra parlarti dell’eternità? come se fosse sempre e per sempre?
È proprio bizzarro effettuare l’ultima revisione di un testo scritto in cinque, sofferti anni con un tale distacco. Mi ci sono voluti dieci anni per riprenderlo in mano senza sentirmi male o inadeguato.
Ho concluso la prima parte della revisione finale di “Senzanome”. Ti parlerò di me, ma sono certo che qui e là qualche spunto interessante vi sia.