I miei focus • 10

Per usare bene il (poco, ma non troppo poco) tempo a disposizione, mi sono fatto un discorsetto e ho deciso come userò il mio tempo libero

20 Agosto 2020

Altro giorno di scrittura. Oggi mi son svegliato alle 7 e alle 7:15 ero già di fronte a Scrivener. È tutta la settimana che dormo all’incirca 6 ore. Sono stanco. Le ore di sonno devono passare a sette.

Il giorno dopo

Ho scritto due nuove scene del 20˚ capitolo. Mi resta quella in cui si lasciano alle spalle la città e l’ultima, che forse dividerò in due.

Nuovi dettagli emergono, nuove scoperte e nuovi misteri avvolgono il soggiorno dei quattro. So quanto i personaggi capiscono e quanto travisino… La tensione è palpabile – e se non lo è lo sarà a fine revisione, LOL. Ma non sfocerà, perché temono intenzioni che non sono reali da parte degli autoctoni. Travisano e la cosa crea suspence.

Ancora una volta la primissima stesura va sistemata un po’. Stavolta i dettagli sono al posto giusto, quello che non va è l’ambientazione. Il testo soffre della “sindrome da sceneggiatura”.

Ve ne ho già parlato nella pagina del Diario precedente. A cosa mi riferisco? C’è troppo dialogo e poca ambientazione. Ho sempre affermato che i dialoghi debbano avere un passo sostenuto per essere goduti. Meno testo indiretto possibile e infilato in punti strategici. Eppure l’assenza di quest’ultimo rende la scrittura scialba: pochi tocchi fanno una grande differenza. Non si può mai dimenticare che si tratta di narrativa, non di un copione. Un eccesso di battute dirette ha un effetto boomerang, poiché il ritmo diviene piatto, per quanto incalzante.

Il ritmo di un testo, narrativo o meno, non deve mai essere regolare o il lettore s’annoia.

Ciò che va evitato a ogni costo è la ripetitività del “disse”, “chiese”, “rispose”. In molti casi è meglio ometterne l’uso, quand’è chiaro quale personaggio sta parlando, e lasciare spazio a frasi indirette che arricchiscano il testo senza per questo allungarlo troppo.

Normale amministrazione. Il mio secondo passaggio di solito sistema tutte queste cosucce, prima di continuare con la prima stesura delle scene successive. Il tempo della raffinatezza appartiene alla revisione, invece.

Focus

Oggi mi sono concesso una delle mie camminate. Due orette di buon passo, se e giù per le colline di Collserola, il parco che separa Barcelona dal Vallés Occidental, dove la mia famiglia e io viviamo.

È sempre foriero di riequilibrio e occasione di riflessione. Un “must”, come si usa dire, è la camminata del venerdì. Domani. È l’attività perfetta per gettarmi alle spalle la solita, frustrante settimana lavorativa.

Oggi mi son concentrato sulla questione del focus, fondamentale per riuscire a sfruttare per bene il poco tempo libero che mi resta, tra lavoro e famiglia.

Devo ottimizzare, perché è abbastanza evidente che non sto producendo alla velocità che vorrei – e potrei. Da domani in avanti soltanto quattro attività saranno ammesse durante il mio tempo libero:

Scrittura di narrativa in italiano

Scrittura degli articoli per Medium in inglese

Lettura (principalmente articoli su Medium, perché devo rubare il mestiere; ed è pure un piacere, va detto. Poi, come sempre, National Geographic, sezioni internazionali de ElPaís – niente cronaca, niente politica e, soprattutto, niente Coronavirus. Cerco ispirazione dalle mie letture, non abbattimento. Amo le interviste, mentre romanzi è da un pezzo che non ne leggo… Non avendo il tempo per lunghe sessioni di lettura, finisco per preferire sempre saggistica.)

Studio

Alle succitate quattro cose fondamentali, vanno aggiunte la traduzione e la scrittura di articoli per s3nzanom3.com (che però al momento vanno considerate attività collaterali, perché devo privilegiare gli altri aspetti)

Fine della storia. Non ho tempo per nient’altro. Ho una moglie e una figlia di sei anni che m’attende al varco (all’uscita dello studio) con la bambole in mano! E se non vivo quello, allora non merita vivere nient’altro.

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