Il genio batte un colpo • 15

Procedo con “Il giorno dopo” in modo sorprendente. Frattanto mi preparo a rimpolpare la sezione “politica”.

4 Settembre 2020

Quest’oggi ho continuato il mio lento procedere, ma leggo segnali positivi in molti aspetti di quanto scrivo e, quindi, non dispero. Anzitutto viene la qualità, potrò aumentare la quantità in seguito. Ho sufficiente esperienza per non preoccuparmi.

Il giorno dopo

Ho continuato il capitolo dei Nani, il 24˚.

Anzitutto ho attuato il Ripasso sulla parte di testo che avevo scritto ieri. E, sorpresa, il testo era assai meglio di quanto avessi pensato – continua a succedermi la stessa cosa, segno che devo inchiodare al muro la mia autostima e farle un discorsetto. Percepisco una titubanza che è bene estirpare.

Inoltre, ed è questo ciò che mi fa ben sperare per il prosieguo e del capitolo e della prima stesura tutta, l’ultima scena scritta ha quel genio che avevo in passato e che, a quanto pare, non se n’è andato sbattendo la porta – come avrebbe avuto il diritto di fare, dati gli oltre dieci anni di “pausa”.

Di nuovo, la scena non era prevista. Se fosse necessario, lo sottolineo ancora: per ben tre volte l’estro ha dominato la scena. Prima la battaglia immaginata per quindici anni, poi un nuovo personaggio inaspettato e oggi, infine, questa scena imprevista e geniale.

Perché geniale? Be’, scomodo termini forti. Chiarisco: non è per dire che sono un genio, ma che c’è del genio nella scena. Meglio?

Anzitutto un dettaglio dell’ambientazione che è nato dal nulla, quando a tu per tu con un problema di verosimiglianza i personaggi si son trovati di fronte la soluzione – che per loro era del tutto naturale.

I personaggi, non io. Significa che la soluzione è nata osservando e vivendo. Non a tavolino, da scrittore che pianifica e muove le tessere del puzzle.

In aggiunta la situazione che s’è creata e che, infine, è esplosa con l’arrivo di un altro personaggio inaspettato – una comparsa, ma pur sempre detonante.

Non ricordavo tanta libertà espressiva. Ho come l’impressione che qualcosa sia davvero cambiato in me. C’è un procedere più cauto, al momento, ma i risultati sono di gran lunga migliori di quanto m’aspettassi.

Il blog di s3nzanom3.com

Ho riletto la traduzione di un articolo che pubblicherò nei prossimi giorni, il cui titolo originale è “Why Coronavirus Is a Crossroads for Humanity”.

Lo scrissi in marzo, quando le cose cominciavano a precipitare in Spagna – mentre in Italia erano già precipitate da settimane. Eppure il suo messaggio è ancora attuale. Forse ora di più.

Sarà parte della sezione “Politica”. È l’inizio del mio messaggio, perché amo immaginare e ragionare circa una società planetaria e tutte le logiche locali, gli egoismi nazionali, l’azzuffarci tra simili e perfino tra connazionali m’hanno stufato da tempo. Anni. La pandemia è un altro detonante.

Semplicemente, non seguo più la politica del tutti contro tutti.

Né, come avrete modo di leggere prima o poi, credo nel concetto di “destra e sinistra”. Le ideologie sono morte, così come il comunismo e il capitalismo – anche se i colpi di coda che quest’ultimo sta dando sono pericolosi e violenti. Ciò che resta è un ammasso formato pressoché da incapaci che pensano di poter dirigere un pianeta, quando non sono nemmeno capaci di dirigere il loro stesso corpo.

Se volete, il mio pensiero politico si riassume così: non credo nelle religioni, negli eserciti e nelle ideologie. Credo nei singoli che servono con umiltà la collettività, ma non al collettivo nazionale, bensì a quello planetario.

Lo stesso che predico nei miei romanzi.

La mia visione è globale.

E non ditemi che esagero, già che siamo un puntino nell’Universo.

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