Il giorno dopo

“Il giorno dopo” è il seguito de “La Rocca dei Silenzi”, mio ultimo romanzo edito nel 2005. Da allora non ho scritto più Fantasy. Sarà quindi una specie di ritorno al passato per il sottoscritto. In tutti i sensi, dato che una parte del testo esiste già dal 2005. Va rimaneggiata, però, anche se non stravolta.

Ho riletto buona parte del testo già scritto: sarà il primo romanzo soggetto al mio nuovo metodo di scrittura (avremo modo di parlarne in un altro post), volto più alla produzione che al perfezionamento.

La vicenda si svolge nove secoli dopo La Rocca dei Silenzi.

I fronti d’azione su cui mi concentrerò sono suddivisi per razza e ancora una volta si tratterà (di alcune) delle razze classiche del Fantasy: i Nani, gli Elfi, gli Uomini e i Non-morti. I personaggi saranno tu per tu con una decadenza che sembra assoluta e che li affligge in modi diversi, dipendendo dal popolo cui appartengono. Poco o niente s’è salvato e di ciò che è stato non si sa nulla.

I temi del romanzo sono parecchi. È forte il tema della cerca, ma non è affrontato in modo classico perché l'”oggetto” non è qualcosa di concreto e facilmente interpretabile: la verità. La verità sul passato, sulla Torre di Dòthrom, sull’oscuro passato della Nazione nanica, sulla diaspora tra gli Elfi. Così come, di contro, v’è la ricerca della redenzione, della comprensione e della riconciliazione, conseguenze delle verità cercate. Fondamentalmente il romanzo è un viaggio lungo il cui cammino i personaggi incontreranno alcuni temi: l’immobilismo culturale, la (non) accettazione del diverso, la sottile linea di separazione tra educazione e formalismo, tra giudizio e immedesimazione, tra tradizione e progresso. Il romanzo riflette sull’oscurantismo in cui si può cadere se si supera una certa soglia e sottolinea come i segnali dell’imminente decadenza siano riconoscibili anche se si vive un’epoca di (presunta) illuminazione. I personaggi comprenderanno che nulla è garantito in eterno e che qualsiasi conquista si riafferma quotidianamente – e se non lo si fa, il collasso di un sistema è sempre dietro l’angolo.

La “Rocca dei Silenzi” era un romanzo di personaggi. “Il giorno dopo” sarà un romanzo d’ambientazione.

Se volete, si potrebbe considerare Il giorno dopo un romanzo di passaggio, in cui dall’angusta situazione della Rocca dei Silenzi si passa all’ampio respiro di un’ambientazione aperta (cosa simile al Primo Ciclo Minore). I personaggi restano al centro della mia attenzione, come sempre è stato e sarà, ma si muovono in uno scenario molto vasto e vivono con lo sguardo fisso sull’orizzonte, letteralmente e filosoficamente.

La saga de I Silenzi ha un’impronta precisa e darà in futuro qualche sorpresa ai lettori. Vi sono parecchi elementi originali progettati sin dal principio e ancora del tutto imprevisti (per il lettore). Questi stessi elementi sono il motivo per cui considero il secondo romanzo “di passaggio”, mentre il terzo sarà quello che mostrerà il vero volto del mondo in cui si svolgono le vicende – e dubito sarà l’ultimo della saga (ho un sacco di cose da dire).

Così come il Primo Ciclo Minore non ha che cominciato a mostrare la Terra Uhda’etsolaêy, la Rocca dei Silenzi e Il giorno dopo introdurranno il pianeta de I Silenzi. È il mio modo di ideare (world building) e scrivere (raccontare): parto dal particolare e mi allontano fino ad arrivare alla visione globale del mondo ideato. Per motivi storici non sono ancora riuscito a mostrare che piccole porzioni di quanto ideato.

Sono in missione per conto dei miei sogni passati, perché ho un conto in sospeso e conto di saldarlo.

 

Accendere una candela è gettare un’ombra :: Andrea

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