29 Luglio 2020
Alcuni giorni fa ho annunciato la nascita del mio nuovo progetto narrativo, La Summa. Dopo averne scritto l’Introduzione, devo definirne la struttura. L’esigenza è l’occasione per spiegare come riflettere sulle fondamenta di un progetto narrativo complesso.
Come spiegato, il proposito de La Summa è condividere la mia conoscenza per mezzo di un percorso autobiografico. Ricomponendo il puzzle dei miei trent’anni di scrittura, ti passerò la somma di quanto ho vissuto, appreso e compreso. Tessera dopo tessera, un articolo alla volta – rendendo i brani unità a sé stanti, pur se parti di un’opera maggiore.
Quando si può definire “complesso” un progetto
Sono incapace di scrivere senz’ambizione. Tutto ciò che comincio cresce e cresce ancora, finché diventa enorme. È il mio approccio alla creatività: seguo il flusso. Ogni giorno le idee piovono su di me in qualsiasi momento. Annotare qualcosa può ingenerare altre dieci note, le quali a loro volta…Essenzialmente le mie note proliferano e formano fiumi d’incanto.
Se il blocco dello scrittore esiste – e non lo credo – non so cosa sia, perché lo stesso tipo di moltiplicazione delle idee avviene durante la prima stesura e la revisione. Ogni aspetto creativo del mio processo di scrittura richiede misura o ne perdo il controllo.
È per questo che non credo al blocco dello scrittore: ammetterne l’esistenza significherebbe che sono eccezionale. E non credo nemmeno a questo. È mia convinzione che la creatività cresca invincibile se coltivata con costanza fin dalla giovane età, quando è ancora forte in ognuno di noi. Quindi non sono io, è chiunque.
Sin da quando ero un adolescente ho coltivato la lettura e il raccontare. Quando cominciai a leggere per piacere personale, infatti, cominciai a scrivere. La curiosità mi spinse ad aprire una piccola e rotonda porta di color verde e sbirciare all’interno. Sorpreso, non scoprii una mera storia: il suo finale era un passaggio segreto che portava a un’altra storia, quasi che fosse l’anello di una catena, e la catena sembrava non finire mai. Il luogo non appariva spaventoso, bensì pieno di vita e meraviglie. Nulla mi minacciava, perciò vi entrai. E non tornai mai più indietro.
Col tempo il passaggio divenne un’ampio canale, pieno di grotte incredibili, costellato da città meravigliose popolate da specie che mi mostrarono società e culture remote. Molti estranei – chiamateli personaggi – vennero a me con l’intenzione di parlare. Mi raccontarono le loro storie nella speranza che io potessi diffonderle. Il canale mi chiese di diventare un canale, per questo divenni una fonte inesauribile di parole.
Sin da quei primissimi passi sono un testimone affascinato e li ho a cuore. Più capisco il loro linguaggio, più li amo. Siccome non potei e non posso ignorarli, imparai a esserne e ne sono la voce. Il mio compito è essere valoroso quanto basta a scrutare in ogni anfratto, anche il più tenebroso, ove si nascondono mostri. Poi essere giusto a sufficienza da riportare la verità in dettaglio, senza perderne la profondità e il significato.
Vivo in una costante spirale creativa. Tutto stimola la mia immaginazione, che a sua volta conquista il tutto.
“ Non scoprii una mera storia: il suo finale era un passaggio segreto che portava a un’altra storia, quasi che fosse l’anello di una catena, e la catena sembrava non finire mai. ”
Osservate la mia saggistica su Medium. Ho iniziato per il gusto dell’esperimento. Eppure in due mesi mi ha portato a La Summa, il primo progetto narrativo complesso in inglese! Era previsto che lo scrivessi in italiano… Sono diventato pazzo? Be’, seguo la corrente, non importa dove mi conduca. Semplicemente, confido nel mio flusso creativo.
In effetti il flusso comanda, è la tua identità da scrittore. Devi trovare il modo d’immergerti in esso e nuotarvi. Più lasci che le sue correnti ti guidino, più unico e interessante sarai come scrittore.
In passato scrissi una trilogia Fantasy – il mio ambizioso debutto – che introduceva una saga di 17 libri. In seguito scrissi il mio ultimo romanzo pubblicato da un editore, un altro Fantasy, che cominciò una seconda saga.
Tra i due progetti, poco prima di firmare il mio primo contratto, diedi ai pantster (scrittori che non pianificano) una chance di convincermi. Il test doveva essere significativo o non valeva il mio tempo, perciò scrissi un intero romanzo mainstream – mai pubblicato. Considerai il risultato un successo: mi confermò che sono un plotter (uno scrittore che pianifica), ma finii per arricchire il mio metodo di prima stesura con un tocco da pantster. Raggiunsi un equilibrio grazie a un modo di scrivere a me avverso.
Il fatto sottolinea una verità importante: tutti gli scrittori possono insegnarti qualcosa.
Arricchito, tornai ai piani e alle trame dei miei progetti narrativi. Da allora non ho mai cambiato opinione. Prima di vivere un periodo buio di esaurimento, scrissi il mio ultimo romanzo, il più ambizioso, spingendo il mio mestiere ai limiti. Il lupo perde il pelo, ma non il vizio.
Tutto ciò che ho ultimato è esteso e complesso, e ho imparato molto lungo il cammino.
“Confido nel mio flusso creativo.”
Per classificare un progetto di scrittura come “complesso” non devi inventarti una saga di 17 libri – quello è lo psicopatico che c’è in me. Può essere una serie di articoli, un romanzo a sé stante o un lungo saggio suddiviso in capitoli. Qualsiasi opera tu abbia in mente che non rientri in un singolo brano o pochi articoli o capitoli, è un progetto. Più livelli di lettura possiede, più è complesso. Ogni progetto necessita una gestione occulata, soprattutto quando senti che stai perdendo o che potresti perdere il controllo sul suo sviluppo.
La mia esperienza m’ha reso un esperto in materia. Per dirlo in modo positivo, ho commesso così tanti errori che ora so come gestire un progetto narrativo complesso.
La Summa è il progetto che userò come esempio.
Le fondamenta di un progetto narrativo
Come scritto nell’Introduzione, non mi puoi definire perché non mi puoi prevedere. Una cosa che le persone imprevedibili sanno è che sono incapaci di predire sé stesse. Di conseguenza non ho la più pallida idea di cosa scriverò ne La Summa. Non precisamente.
Ora, una tale ammissione dovrebbe rivelarti due fatti. Il primo che questo progetto è in evoluzione. Al momento non ne conosco la struttura. Il secondo che un modo efficiente di capire come vuoi strutturare un progetto di scrittura complesso è scrivendone.
Devi capire quali sono le sue fondamenta. O, se preferisci, la sua natura. È esattamente ciò che farò io qui: scaverò a fondo nell’idea, la svilupperò, strutturerò il mio progetto e lo espanderò. L’intero processo de La Summa si dipanerà di fronte ai tuoi occhi.
Una lettura in divenire. Mi piace.
Per essere onesto circa il mio pensiero dovrei dirti “il modo migliore”, anziché “un modo efficiente”, ma così sarebbe troppo rigido, perfino rude. L’arte abbisogna di libertà nelle scelte. In aggiunta, le parole sono il mio mestiere e non le userò per incatenarti. La mia intenzione è opposta. Qui discuteremo la scrittura, non la mia scrittura. È la seconda volta che lo dichiaro: repetita juvant, come dicevano i Romani.
“ L’intero processo de La Summa si dipanerà di fronte ai tuoi occhi. ”
Il mio modo di gestire un progetto ambizioso inizia collo scrivere una riflessione sulle sue fondamenta. Una volta scritta, ne rivedo i contenuti — in simili digressioni migliorare la prosa è un vezzo. Poi vado avanti e indietro, polendo i dettagli, aggiungendo rimaneggiando tagliando, finché brilla di luce propria e a suo modo mi eccita. Devo bramarne la scrittura.
Ho imparato che la velocità dei pensieri è troppo alta quando si riflette. Se la tua idea è complessa, è facile divagare e infine perdersi. Se non scavi a fondo non potrai renderla precisa. I progetti ambiziosi hanno confini sfocati, infatti. Saggezza vuole che si delimiti il sentiero iniziale da percorrere. Almeno, è vero per me data la mia predisposizione a esagerare.
Anzitutto cerco il senso del progetto.
È un romanzo di fantascienza scritto dal punto di vista di una razza aliena? È un saggio su come la società europea sia evoluta dopo la caduta del Muro di Berlino? È La Summa in saggio di una vita di narrativa? Meraviglioso! Hai un’idea.
Ma perché ne vuoi scrivere?
Una domanda significativa pretende una risposta che lo sia altrettanto per procedere. La mia, qui sopra, s’interroga a proposito delle fondamenta di un’idea dal grande potenziale — non ogni idea abbisogna di un’analisi così approfondita, sì? Una volta che otterrai la risposta completa, saprai come gestire il progetto. È una conseguenza naturale, così come annotandone la sua natura specifica accenderai la tua immaginazione.
L’immaginazione è una guida. Illumina l’oscurità in cui sei immerso, perché all’inizio vedi soltanto i profili di ciò che ti circonda. Poco a poco la luce s’espande fioca e distingui i dettagli grossolani. Come s’intensifica, vedi ulteriori dettagli e via via, nel chiarore crescente, i particolari più minuti e infine i colori. Ecco, possiedi la tua struttura sotto forma di lista o di digressione o di note sparse. Ora non importa, ne parlerò più avanti.
Ciò che conta è che infine hai una direzione precisa verso cui muoverti in base alla natura stessa della tua idea. È un’informazione fondamentale di cui abbisognavi. Adesso devi donarle un ordine logico e limpido.
Per questo motivo il prossimo brano discuterà le fondamenta de La Summa.
Bellisimo articolo. Grazie per condividere il tuo pensiero.