Le mie “deadlines” di scrittura per il 2021

Capire i numeri della scrittura è fondamentale per prevedere con un accettabile margine d’errore il proprio percorso di scrittura. Quanto state per leggere è come io pianifico la scrittura che verrà.

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23 Dicembre 2020

In tutti questi anni di scrittura, lo “strumento” che mi ha aiutato di più a scrivere con costanza è la deadline. Le dedicherò un articolo a parte, perché le cose da dire sono molte.

La verità è che il potere della deadline si sottostima.

Certo, bisogna imparare a vederla come “dead or alive”. Rispettarla, insomma, a tutti i costi, pur se nei limiti dell’opportuno – se uno scrittore non vive, non scrive (o scrive, ma comincia a ripetersi).

Ora, qualsiasi mia pianificazione è basata sulle deadline dei rispettivi progetti. Così ecco qui un programma iniziale per il mio 2021, soggetto a eventuali, future modifiche.

Ragionamento e ragioni incluse, s’intenda.

Senzanome

Soltanto uno dei quattro fronti d’azione necessita di amorevoli cure – gli altri vanno meglio. Ed è, in fin dei conti, il più corposo dell’intero romanzo, quello in cui si muove uno dei due protagonisti assoluti della storia – ve ne sono altri, ma di minor importanza.

Consta di 138.388 parole, 861.587 caratteri suddivisi in 19 capitoli. Il tempo di lettura stimato è di 9 ore e 13 minuti.

Trattandosi di una revisione finale, vorrei darmi una mossa. L’ideale è di superare le 5.000 parole revisionate al giorno di media. Quindi, idealmente, il 19 gennaio dovrei terminare di rivederlo.

Dovesse rivelarsi un’impresa impossibile, non accetto di scendere sotto le 3.000 parole al giorno di media, altrimenti è meglio che dica addio a tutti i miei sogni di gloria per questo 2021 – non è una prima stesura, è una revisione.

La differenza tra chi ce la fa e chi no sta, anche, nell’ultimare i progetti. Più ti trascini, più il tuo umore peggiora, il tuo entusiasmo scema e i tuoi dubbi aumentano.

Nel caso in cui dovessi mantenere una media di tremila parole, dunque, dovrei terminare la revisione di questo fronte d’azione il 7 febbraio.

L’ideale sarebbe superare le 5.000 parole di media a festeggiare il mio 49˚ compleanno a fronte d’azione terminato, il 16 gennaio.

Fatto questo, sicuramente vorrò leggere tutti gli altri capitoli, che constano di 84.851 parole, 530.450 caratteri suddivisi in ulteriori 16 capitoli da godersi in un tempo di lettura stimato di 5 ore e 39 minuti.

Questo gruppo di capitoli contengono più d’un fronte d’azione, ma sono anche quelli che necessitano di meno cure. A 5.000 parole al giorno potrebbero essere riletti in 17 giorni. A 3.000 parole al giorno in 28.

Unisco i due progetti di revisione, chiamando il primo “A” e il secondo “B”.

A.5K + B.5K » deadline 5/7 febbraio 2021

A.3K + B.5K » deadline 26/28 febbraio 2021

A.5K + B.3K » deadline 16/18 febbraio 2021

A.3K + B.3K » deadline 9/11 marzo 2021

Inutile dire che la differenza di un mese fa la differenza, considerando quante cose ho pianificato di scrivere durante il 2021. Tuttavia confesso che se riuscissi a rispettare perlomeno la peggiore delle deadline sarei comunque soddisfatto. Significherebbe che a inizio marzo avrò un romanzo pronto per passare alla seguente fase del piano: usare i miei contatti per approcciare l’editoria spagnola.

E, se posso permettermi, che romanzo! Credo nella qualità di “Senzanome”.

Il giorno dopo

Qui le cose si fanno più complesse da valutare.

Come raccontato in questo brano del diario, la prima stesura di 27 dei 42 capitoli è cosa fatta. Per completarla me ne mancano 15, dunque. La lunghezza media dei capitoli è di 7.500 parole – calcolo che si basa sui 27 capitoli già scritti.

Ora, la questione è semplice: quanto posso scrivere quotidianamente? Un calcolo ottimistico è 3.000 parole al giorno, pur lavorando. Ahimè, è un calcolo che non tiene conto del fatto che sarò impegnato anche su Medium.

La mia idea è di placare la frustrazione grazie a Senzanome, che sarà pronto e, quindi, prendermela con un po’ di “calma” – alternare la mia narrativa alla saggistica in inglese… Calmissimo!

Diciamo quindi che io possa scrivere 7.500 parole non in due, tiratissimi giorni, ma in quattro. Ebbene, sarebbe come dire che per ultimare la prima stesura de “Il giorno dopo” (d’ora in avanti, “IGD”) mi mancano ancora 60 giorni di scrittura, ovvero un capitolo ogni 4 giorni.

Sono due mesi: non è male.

Se consideriamo che la peggiore deadline per Senzanome è 9/11 marzo 2021, attorno alla metà di maggio 2021 dovrei aver un altro romanzo pronto per essere rivisto.

Ora, restano due fasi, di cui la prima è la revisione e la seconda è l’aggiunta dei brani storici che introducono i capitoli. Se quest’ultima è un’incognita che non so calcolare, ma non è poi così gravosa in termini di volume di lavoro, la correzione della prima stesura invece può essere più o meno calcolata.

Seguendo la media di 7.500 parole a capitolo, il romanzo alla fine ne avrà 315.00.

o_O

Senzanome” ne ha 224.000 attualmente – vediamo quante ne avrà a fine revisione; spero meno.

Considerando che un cartonato è stampato con 350/400 parole per pagina, Senzanome oggi ammonta a 560/640 pagine di lunghezza, mentre IGD ammonterebbe a 790/900 pagine.

Una versione con copertina blanda invece si stampa con 300/350 parole per pagina. Sicuramente nel mio caso non si parlerà di cartonato, non certo per IGD, quindi mi aggirerei sulle 900/1050 pagine d’edizione economica.

Impossibile? Si vedrà. Quello che appare impossibile è che una qualche casa editrice lo voglia. Troppo lungo per un autore italiano che pochi conoscono, anche sapendo che è il seguito di un romanzo che non vendette bene quando venne pubblicato, nel 2005.

Mr. Self mi saluta da lontano con la mano, mentre s’avvicina.

Torniamo alle mie deadline, però. Se i tempi sono quelli di Senzanome, 5.000 parole al giorno – che si ridurrebbero a 2.500 per via di Medium – significherebbero una prima, durissima revisione di 126 giorni. Un po’ più di quattro mesi, il che da metà maggio mi porterebbe a fine ottobre.

Resterebbero due mesi soltanto, 60 giorni, per scrivere la parte storica che introduce i capitoli e, soprattutto, per rivedere una seconda decisiva volta l’intero testo e rileggerlo una volta ancora a voce alta.

E in questo caso sì che la vedo impossibile. Sembra, cioè, che non riuscirò a completarlo nell’arco del 2021.

Il giorno dopo” è ancora un’opera di là dal venire.

Medium

I miei obiettivi con Medium sono semplici: scrivere due/tre articoli la settimana. Tutto il resto del tempo dedicarlo alla mia narrativa.

Trovare il tempo per s3nzanom3.com sarà un’impresa, con questi ritmi, specie se penso di tradurre i miei testi allo spagnolo – facepalm!

Il tassello Medium, però, è importante. Non può essere trascurato.

Vi dirò, francamente, la mia idea è di scrivere un ammontare di 100 articoli durante il 2021. Il che, se volete, significa un paio d’articoli alla settimana. (Nel 2020 ne ho scritti 65, ma stavo studiando e leggendo moltissimo.)

In queste ultime settimane del 2020 ho prediletto il caos. Sono andato a caso, inomma, senza pianificare un bel niente e, soprattutto, senz’avere una priorizzazione dei progetti.

Ora sto facendo chiarezza, raccontandovelo. Questo è il mio modo di ragionare quando devo pianificare i miei progetti narrativi: me ne scrivo e ne parlo camminando nei boschi, quando devo risolvere qualche nodo o devo pensare a quale sia la miglior soluzione a un qualche meandro logico in cui mi sono ficcato.

Quindi è indubbio che la mia priorità sarà la narrativa, subito dopo seguita da Medium. Ciò detto, i piani sono fatti per essere smontati e rimontati, ripensati, corretti per prendere una direzione più precisa.

L’elasticità mentale è fondamentale in scrittura, sempre. Mai irrigidirsi, nonostante ci voglia una disciplina ferrea per riuscire a scrivere ‘sto popò di roba e non soccombere, centrando le deadline previste – o gli obiettivi stabiliti, come nel caso di Medium, che deadline non ha.

In che modo posso ottimizzare la scrittura degli articoli per Medium?

Be’, anzitutto va detto che non sono più così lento come a marzo di quest’anno. Posso scrivere un articolo in un’ora. E correggerlo in non molto tempo.

La mia non è una ricerca della perfezione e non pretendo da me stesso niente più che una presenza costante e l’affermazione della mia voce e della mia prospettiva sulla scrittura, una visione planetaria della società e della politica, o ancora temi come la creatività, la produttività, la crescita personale e il miglioramento di sé stessi.

Il tutto senza quell’approccio un po’ ossessivo statunitense, che spesso perde pezzi per strada – parti importanti di chi siamo, perche ottimizzare il tempo non significa dimenticarsi di nutrire lo spirito (in senso laico).

Porterò la mia prospettiva tutta italiana su temi che sono tipici della società statunitense. Noi europei siamo diversi. Certe cose ci sembrano ridicole e scontate. Altre ci sorprendono per l’alienazione che comportano. Altre ancora ci suggeriscono che anche gli statunitesti possono insegnarci qualcosa di profondo e costruttivo, pur se nella loro corsa frenetica a non perdere un solo minuto della giornata puntando al successo, al denaro o alla fama. Anche perché non sono affatto tutti così, anzi.

Medium è un mondo a sé.

Una cosa che immaginavo e di cui sarò sempre grato è la comunità che si forma, la quantità di supporto che si ottiene da altri scrittori. In Italia m’è sempre sembrato un “tutti contro tutti e chi la spunta è un raccomandato”.

Provai a fare gruppo, fallii miseramente. È uno dei motivi per cui ho deciso di sparire, del resto – oltre a non essere stato capace di reggere la dura realtà.

Il modo migliore per progredire, nella vita, è accettare che le responsabilità di quanto ti accade sono personali. Sempre.

Incognite

Molte.

Di tutti gli aspetti, mi preme sottolineare che simili deadline possono cambiare soprattutto in base a eventi che non dipendono da me.

Vi faccio due esempi.

  • Senzanome trova un editore importante qui in Spagna e i miei piani narrativi vengono stravolti. La prima cosa a saltare sarebbe IGD, ad esempio.
  • Uno dei miei articoli su Medium diventa virale. Se una cosa simile accade, bisogna battere il ferro finché è caldo. Non esiste la formula che permette di ripetere un simile successo, ma è evidente che un articolo che diventa davvero virale comporta che in quel momento molti occhi sono puntati su di te. In una simile situazione è idiota non provare a cavalcare l’onda.

Anche perché lì si guadagna denaro reale. E il denaro reale significa avvicinarmi allo status di scrittore professionista. Cosa che a sua volta comporterebbe avere l’intera giornata a mia disposizione per la scrittura.

Allora ecco che all’improvviso ogni progetto potrebbe concretizzarsi in tempi accettabili.

Insomma, quanto descritto qui sopra vi parla di deadline che considero reali e che nel contempo sono ipotetiche. Andrà così come ho pianificato, se tutto dovesse restare così com’è oggi, senza scossoni di sorta.

Inutile dirvi che nutro più di una speranza che qualcosa di positivo possa accadere durante il 2021. Tuttavia non si vive di speranza.

La cosa più certa e concreta di tutte è la deadline di Senzanome. Tra tutte le “promesse” che mi faccio è anche la più facile mantenere, perché il testo è bell’e avanzato. Tempo fa lo consideravo una versione definitiva. Oggi no, ma ci è molto vicino.

Ora non mi resta che mettermi di buzzo buono e rispettare i tempi, lavorando al meglio. Vi terrò aggiornati.

Buonanotte.


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