Nuove modalità di scrittura

“Imperfetto equilibrio” s’è rivelato una sorta di laboratorio di scrittura, per me, tante e tali sono le novità che ha introdotto nel mio modus operandi.

Shot by Andrea D’Angelo – All Rights Reserved

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8 Settembre 2023

S i sta delineando con sempre maggior chiarezza il fatto che “Imperfetto equilibrio” è un’esperienza unica e speciale nella mia attività da scrittore. Oggi vi parlo di alcuni dei perché.

Prima stesura e seconda stesura

Ieri sera ho (quasi) finito di scrivere l’ultimo capitolo di “Imperfetto equilibrio”. Si trattava di uno dei tre capitoli “aggiuntivi” della seconda stesura. Le virgolette sono dovute al fatto che, in realtà, non si è aggiunto, bensì ha sostituito un altro capitolo, tagliato in toto – stesso compito degli altri due.

Esatto. Ho eliminato tre capitoli e ne ho scritti tre nuovi al loro posto. La decisione è maturata dopo aver dialogato col mio primo lettore beta.

Ora, in revisione, mi toccherà lavorare sodo per amalgamare le nuove aggiunte col testo della prima stesura, che era legato ai vecchi tre, seppur non indissolubilmente. Un lavoro interessante, che non ho mai fatto prima. Come sempre, confido nelle mie capacità.

Audio, trascrizione, sviluppo

Già durante la stesura della seconda metà de “Il giorno dopo” m’era accaduto di procedere scena per scena. La pianificazione, che risaliva a quindici anni prima, è stata stravolta per buoni tre quarti.

Mi accadeva, cioè, di andare a passeggiare nel bosco e ragionare su cosa sarebbe stato bene raccontare nelle prossime scene: in pratica ragionavo e confutavo la mia vecchia scaletta. E da quelle camminate sono nate molte nuove idee o quelle vecchie sono migliorate sensibilmente.

Ora, con quest’ultimo capitolo di “Imperfetto equilibrio” sono andato perfino oltre.

Uso prendere appunti vocali, mentre cammino nel bosco. È il modo più comodo per non smettere di guardarsi attorno, non perdere il passo ed essere efficienti, perché esserlo significa stare più tempo a godersi la natura, che è il motivo principale per cui uno cammina per boschi.

L’applicazione che utilizzo come diario digitale (Day One: insostituibile!) mi permette, tra le tante cose, di trascrivere gli appunti audio che ivi allego. (Ve ne ho già parlato qui.)

Per questo terzo e ultimo capitolo da aggiungere, qualche giorno prima avevo ragionato su cosa accadesse al protagonista, con un appassionato appunto vocale.

Quello che ho fatto, preso da un raptus d’innovazione mentre ripensavo alla tipo d’appunto registrato, è stato farlo trascrivere, copiarlo in Scrivener e cominciare ad elaborarlo, finché non ho ottenuto un nucleo centrale del testo armonico, in bella forma. Era però una cosa strana, in seconda persona singolare, tempo presente.

(È una cosa che faccio spesso, quando prendo appunti vocali, perché ritengo conveniente mantenere un certo distacco, ma mai eccessivo, così da sentire cosa accade al personaggio; quali sono le sue reazioni. Il “tu” funziona molto meglio del “lui” o del “lei”: non annulla le distanze come la prima persona, ma è molto più vicino della terza.)

Ora, quel testo non era sufficiente. Dovevo ampliare e l’ho fatto, costruendo attorno a quattro tronconi del nucleo un’unica, lunga scena di dialogo in movimento.

L’effetto ottenuto è perfettamente in linea con “Imperfetto equilibrio”, che è, lo ribadisco se ce ne fosse bisogno, un romanzo surrealista, come mi piace chiamarlo.

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Esistono altri motivi per cui dico che “Imperfetto equilibrio” è – per il qui scrivente, sia chiaro – rivoluzionario; un’esperienza unica e preziosa. Ne parlerò però in altri articoli dedicati, perché ci sono dei temi che vorrei sviluppare per bene.

Alla prossima!

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