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15 Marzo 2024
R
iprendo il progetto di riproporre la mia storica rubrica del 2003, “Un nuovo mondo”, mantenendo il testo originale e corredandolo da un’introduzione attuale e nuove considerazioni finali.
Se preferite, andate alla Prefazione scritta per il progetto nell’agosto del 2023.
I testi originali vennero scritti tra la fine del 2003 e l’inizio del 2004, quando in vita mia avevo scritto solamente fantasy. Procediamo…
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Quello italiano, si sa, è un popolo di scrittori; tra questi, è quasi certo vi sia un numero crescente di aspiranti scrittori del fantastico. Nel contempo, avere delle storie da raccontare non significa saper scrivere e, cosa da tenere bene a mente, saper scrivere non significa saper narrare.
Ma cominciamo dall’inizio.
Tutto parte da un’idea, da qualcosa che stuzzica nel profondo la vostra creatività. L’idea vi spinge a sedervi alla scrivania e a concretizzare le fugaci immagini che la vostra mente vi mostra, prima che sia troppo tardi e fluiscano a valle, dimenticate per sempre. Sicché iniziate a scrivere, scrivere e scrivere…
Stop!
Fermatevi, non siate avventati.
L’idea, sia essa un personaggio, una trama o qualcosa di ancora più vasto, resta soltanto un’idea. E come tale, è una massa informe di caos che dev’essere sezionata, analizzata e plasmata.
Anch’io iniziai da un’idea.
Nel mio caso essa fu un disegno: la mappa del mio mondo.
Nella smania di sfogare gli impulsi della creatività, però, andai incontro a una serie di problematiche (ed errori) non da poco: a parte la mappa del mondo non avevo altro, se non qualche personaggio e un abbozzo di trama… nulla era stato pianificato.
Qual è l’inizio? Da dove cominciare, dunque?
Per narrare le vicende di un mondo è necessario anzitutto avere ben chiaro l’oggetto principale dei vostri sforzi narrativi.
L’inizio è, dunque, il mondo stesso.
Vi sono alcune ottime ragioni per impegnarsi a fondo nella creazione del mondo, il più particolareggiata possibile, prima di iniziare a stendere il testo del romanzo.
Vi sono altre decine di buone ragioni per pianificare e creare con cura il mondo del vostro romanzo. Ma è inutile elencarle qui, poiché verranno inevitabilmente affrontate nei prossimi capitoli.
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Il testo contiene delle verità e potrei riassumerle così: chiunque abbia un’immaginazione fervida, se posto di fronte a una mappa, comincerà a viaggiare con la mente, fantasticare.
In fase di pianificazione del romanzo, questo primo capitolo affronta un punto importante: come dare ordine alla propria fantasia? Insomma, sì, ritengo tutt’oggi che disegnare una mappa – basta un bozzetto – sia un ottimo punto di partenza per un romanzo fantasy.
Tuttavia, è davvero l’unico possibile?
Sono trascorsi vent’anni da quando scrissi “Un nuovo mondo” e di acqua ne è passata talmente tanta sotto i ponti che preferisco non pensarci. A ogni modo, qualsiasi sia lo spunto iniziale, la questione importante quando si parla di scrittura di genere fantastico è la coerenza interna.
Insomma, qualsiasi cosa vi aiuti a semplificare il processo per ottenerla va benissimo.
Non escluderei, ad esempio, che qualcuno trovasse più efficace una bacheca in sughero e dei post-it appiccicati con le puntine. O dei diagrammi, più o meno complessi e tra essi correlati. Eccetera.
Vero è che il metodo della mappa si adatta particolarmente a chi ha un’immaginazione fervida e ha come punto fermo della propria creatività le “immagini mentali”. Chiamatele immaginazione, visioni, idee… fa lo stesso. Sono cose che vediamo, nonostante non esistano.
Se a me mettete di fronte due minuscole catene montuose disegnate a matita su un pezzetto di carta, la prima cosa che mi viene in mente è il loro aspetto. Subito dopo, come per miracolo, mi ritrovo a camminare nella valle che le separa. Le osservo dal basso, ammirandone l’imponenza, sento il terreno sotto i miei piedi, odo il fiume che l’attraversa scrosciare e la brezza carezzarmi, quasi vivessi il luogo per davvero (lo sapete, vero, che sto vedendo una valle, ora, mentre scrivo? E, sorprendente, non l’ho mai vista prima). E far sì che il meccanismo scatti, provocarlo, aiuta parecchio a creare l’ambientazione in cui la tua idea iniziale, quale che sia, prenderà forma in modo coerente e ricco.
Pianificare l’ambientazione vivendola, prima di narrarvi una vicenda o di farvi camminare il personaggio che v’è sovvenuto, sarà garanzia di coerenza interna. Il che, ma lo sapete benissimo, non significa “realmente possibile”, che è tutta un’altra questione.
Del resto ”fantastico” ha la stessa radice di ”fantasia”.
Dallo Zingarelli, fantasia:
Facoltà della mente umana […] di rappresentare contenuti inesistenti in immagini sensibili.
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Se non sbaglio, questa rubrica l’avevi scritta anche su FM.
La rubrica su Fantasy Magazine era “Un nuovo mondo”. Questa è un po’ diversa (non a caso s’intitola “2023, un altro mondo”: spiego tutto nella “Prefazione”: a inizio testo c’è il link.
Mi piace questa rubrica!
Anch’io ho abbozzato la mappa della mia città immaginaria.
Ottima che ti piaccia: ho parecchio materiale da pubblicare (sono 32 capitoli).
È la cosa più vicina a un “corso” di scrittura creativa che otterrai da me. Ahahah. Come dico nella prefazione, però, sono soltanto piccoli consigli – soggettività. E finisce veramente lì.
Al momento preferisco di gran lunga leggere, ma trovo sempre molto interessanti le discussioni che parlano di scrittura.