Illustration by Andrea D’Angelo – All Rights Reserved
Ho ricreato da zero la sezione “Opere” del mio sito web.
Il perché è presto detto: riparto. Nuove opere verranno in futuro. Ero piuttosto indeciso, perché la quantità di tempo che richiedono è davvero grande e il fatto comporta un impegno che mi fa impallidire. Non ho più trent’anni, sono padre, separato…
Ciò detto, è altrettanto evidente che ho ancora qualcosa da dire e vorrei dirlo, perché amo scrivere romanzi: è ciò che amo di più e che so fare meglio.
La nuova struttura si popolerà poco a poco, perché frattanto sto già scrivendo e scrivere è la priorità.
· ★ ·
La saga de I Silenzi ha due idee alla base, che messe assieme, la rendono rara (unica non me la sento di dirlo, perché non conosco tutto ciò che è stato scritto e non ci credo per esperienza a essere l’unico ad averlo pensato ed essere passato all’azione; sarò l’unico a farlo come lo faccio io, ma i principi di base devono esistere altrove).
1. La saga è composta da romanzi di diverso genere, sensibilmente diversi, pur se sempre all’interno del calderone del fantastico.
2. Tutti i romanzi possono essere letti separatamente (Il giorno dopo sono due volumi, perché è grosso, ma sarà anche l’unico con una simile mole) e l’ordine non rovina il piacere della lettura.
Ovvietà: seguire l’ordine cronologico dei romanzi amplifica certe rivelazioni o la potenza narrativa di specifici risvolti dell’intera vicenda; non potrebbe essere altrimenti. Tuttavia i colpi di scena restano tali anche se non si sono letti i romanzi precedenti, né ci si rovina il gusto di leggere un romanzo precedente per averne letto uno che gli è cronologicamente successivo.
Sono indipendenti, eppur tutti legati da un unico filo logico.
Come? Eh, no: come lo faccio non ve lo posso spiegare. Magari ne riparliamo quando avrò finito, fra qualche anno. Posso soltanto assicurarvi che è difficile. Non è questione di gestire le idee all’interno dei canovacci: quello lo può fare chiunque abbia una certa esperienza e sufficiente creatività. Il problema è gestire la parole all’interno del testo: niente deve dire troppo di qualcosa che non riguarda la storia di quel volume, eppure nel contempo devo scrivere tutto il necessario, altrimenti quel romanzo non sta in piedi.
Con La Rocca dei Silenzi e Il giorno dopo ce l’ho fatta. Ho trovato la mia misura e mi soddisfa. Lavorone.
Ora sto lavorando per pianificare i restanti quattro. I tasselli stanno andando al loro posto, ma la vera sfida sarà scriverli, non pianificarli – come detto. Conto di farcela e non ne dubito: ho piena fiducia nei miei mezzi.
Perché questa faticaccia?
Semplice: volevo scrivere romanzi “autoconclusivi”, ma anche – o forse soprattutto – perché, diciamocelo, di leggere saghe infinite siamo tutti un po’ stanchi. Specie se il tuo target è un pubblico adulto.
Allora io ho unito la mia natura di scrittore seriale che non riesce a fare a meno di immaginare storie gigantesche, con centinaia di attori, a una certa sensibilità per il lettore che passa di lì per caso e che, di certo, non leggerà mai un’intera saga di un autore pseudo-sconosciuto.
Naturalmente nessuno la legge lo stesso, ma questo è un’altra storia.