6 Settembre 2020
Il giorno dopo
Sento d’aver scritto uno dei migliori capitoli del romanzo. Non c’è una scena una che sia andata come previsto, ma è accaduto tutto ciò che doveva accadere. Eppure, quello che ho scritto… Non saprei come descrivervelo.
Oppure sì: non lo dimenticherò mai.
Tutto è cominciato un paio di giorni fa. Ero infastidito dal ritmo di scrittura. Mi sembrava troppo lento e troppo macchinoso per riuscire a entrare nel Flusso.
Poi, d’un tratto, mi sono ricordato come scrissi La Rocca dei Silenzi in un paio di mesi – un po’ meno.
Mi mancava la musica! Se posso scrivere saggistica con qualsiasi musica, anche cantando – anche se comincio a sospettare che non è così, ma sono ancora inesperto lato non-fiction in inglese – quando scrivo narrativa l’atmosfera deve essere appropriata. E non esiste niente di meglio della musica per guidarmi.
Per il tipo di narrativa che sto scrivendo in questo momento abbisognavo di musica epica, perché la mia Fantasy è epica.
Allora sono andato a cercare qualche colonna sonora che m’aiutasse. Son partito da ciò che conoscevo da millenni – L’ultimo dei Mohicani, Il Gladiatore – e ho cominciato a esplorare (uso Apple Music, che è un’enorme calderone relazionale: ho scoperto non so quanti musicisti che mi erano sconosciuti seguendo le affinità proposte). Volevo qualcosa di nuovo, in onore di un testo nuovo. Sentivo che avevo bisogno di staccarmi dalla vecchia musica.
Pretendo che sia tutto nuovo.
Di associazione in associazione sono arrivato a delle copertine particolari e d’un tratto una attrae la mia vista. Scarico, comincio ad ascoltare. “Aaah… Niente male!” ho pensato.
La faccio breve.
Non lo conoscevo, ma son diventato un fan assoluto di Thomas Bergersen nell’arco di un pomeriggio. Ora, non ho ancora ascoltato tutta la sua produzione, me la sto godendo poco a poco.
Eppoi il Flusso abbisogna di un brano e uno solo. Quello che bene si combina con la scena che si sta scrivendo. Ripetuto all’infinito. Rigorosamente ascoltato con le cuffie, senza se e senza ma.
Ora, vi lascio il titolo del brano perché capiate che tipo di scena ho scritto.
“Our Destiny”, dall’album Sun – Thomas Bergersen
E quello che ne è uscito… Non ho parole. Credo sia una delle cose più epiche che abbia mai scritto in vita mia. Forse la più epica di tutte.
E sono, semplicemente, felice.
Capitolo 24˚ concluso.
Vacanze
Me ne vado al mare per una settimana. Non credo troverò il tempo di aggiornare questo mio diario, ma scriverò comunque, perché non posso vivere bene se non scrivo.
Stay safe, take care!
· ★ ·
Nota: devo parlarvi per bene del Flusso.