Lascio o raddoppio? Sono.
Il modo più sensato di vivere è esprimersi fedelmente. Ricorda: niente e nessuno devierà il tuo corso, se non lo permetterai.
Il modo più sensato di vivere è esprimersi fedelmente. Ricorda: niente e nessuno devierà il tuo corso, se non lo permetterai.
Mi mancano soltanto 120 pagine di rilettura ad alta voce per finire “Senzanome”. Ovvero sto per ultimare un progetto che cominciai ormai quindici anni fa. Non riesco a capire come mi sento, ma so qual è la mia direzione e cosa voglio fare.
La letteratura di genere ha il dovere di sondare ad ampio respiro e non dovrebbe appiattirsi sulle mode, ma scardinarle, cercare sempre nuove prospettive, costruttive, propositive, ed evitare sterili analisi di ciò che non va.
Sono uno scrittore. Il mio dovere è testimoniare. Ambisco a lasciare un’impronta indelebile nell’immaginario dei miei lettori. È la mia missione, il motivo profondo per cui scrivo. Ho un’essenza sfaccettata, infatti, quando racconto.
Ha senso star lì a scrivere tanto? di continuo? con quella sensazione addosso che sembra parlarti dell’eternità? come se fosse sempre e per sempre?
È proprio bizzarro effettuare l’ultima revisione di un testo scritto in cinque, sofferti anni con un tale distacco. Mi ci sono voluti dieci anni per riprenderlo in mano senza sentirmi male o inadeguato.
Il mio 2021 di scrittura creativa. Una riflessione da cittadino. Gli obiettivi raggiunti. I progetti che verranno. Fino a oggi per me il 2020 è stato un anno importante.
Sono stanco di sbagliare. Anche se, forse, non ho mai sbagliato per davvero. Mi sono soltanto arreso troppo presto.
Le ultime settimane mi hanno dimostrato che l’idea di produrre narrativa nuova mentre sono impegnato quasi a tempo pieno su Medium era una pretesa bell’e buona. Non ne ho il tempo.
Non sei le cose che fai, che sono soltanto il tuo mezzo d’espressione. Non sei nemmeno le cose che credi di essere.
Sei molto di più.