Illustration by Andrea D’Angelo – All Rights Reserved
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11 Marzo 2023
L a cosa che sto scrivendo è veramente strana. Non ho la più pallida idea di che effetto farà a chi la leggerà. Sono aperto a qualsiasi possibilità: che piaccia molto lo spero, ma potrebbe fare proprio schifo e sembrare totalmente priva di senso.
A me non interessa molto, anche se farò di tutto affinché sia godibile: l’orizzonte commerciale che cambi la vita, per chiunque scriva, in Italia, non esiste. Per me conta l’orizzonte creativo, esprimermi e, soprattutto stavolta, capire e fissare alcune verità su me stesso, che ritengo riguardino tutti noi.
Mi si aprono cammini totalmente inaspettati e, a ogni bivio o crocevia, devo fermarmi a riflettere. Spesso persino per giorni. Eppure procedo e sento che ho trovato una via, seppur stretta e contorta, che dovrebbe condurmi a un valico e, finalmente, sull’altro versante di questa catena montuosa in apparenza invalicabile che è diventato il mio futuro.
È frutto di molte cose, la maggior parte delle quali maturate negli ultimi anni.
È un testo molto denso. Sarà breve, ben al di sotto dei miei (folli) standard precedenti. Tanto zeppo di cose che sembra disordinato. Eppure il mio amato, sottile filo nero, quello che ho imparato a seguire sin dai tempi della mia consapevolezza artistica, c’è e mi guida anche stavolta, nonostante sia un cosa multiforme, indecifrabile. Weird?
Direi che questo è weird, sì.
La totale assenza di regole della vicenda e, per non crearne di castranti, aver scelto di non pianificare nulla – cosa ben al di fuori della mia zona di comfort –, a parte aver piazzato lì quelle cinque porte da varcare, mi permette di vivere questa stesura come una reale esperienza multisensoriale e, forse, ascetica. In una parola, sentita.
La fine dell’ascesa non è diventare un semidio, preciso, bensì ottenere equilibrio.